Risplende di nuova luce l’estasi di Santa Teresa
La Cappella Cornaro con l’Estasi di Santa Teresa
Finiti i lavori di restauro della Cappella Cornaro in Santa Maria della Vittoria, simbolo del barocco romano tra scultura, pittura e architettura
Dopo un restauro integrale, realizzato dalla Soprintendenza Speciale di Roma e durato 7 mesi, torna a splendere la Cappella Cornaro della chiesa di Santa Maria della Vittoria a Roma. Un’operazione che ha reso nuovamente aperto al pubblico uno dei massimi capolavori del Bernini, e che ha permesso di svelare anche il suo metodo lavorativo.
Tra il 1647 e il 1652, sotto il pontificato di Innocenzo X, il maestro indiscusso del Barocco realizzò il progetto artistico in questione su commissione del cardinale veneziano Federico Cornaro, da cui l’opera trae il nome. Ciò che il presule aveva ordinato era la costruzione di una cappella funeraria per la propria famiglia.
Posizionata nel transetto sinistro della chiesa romana, la Cappella Cornaro costituisce una delle più alte espressioni della teatralità berniniana. È celebre soprattutto per ospitare la Transverberazione di Santa Teresa d’Avila, meglio nota come Estasi di Santa Teresa, il gruppo scultoreo in marmo di Carrara che ne addobba l’altare. La santa cinquecentesca è una delle più importanti e significative figure della Controriforma cattolica: fondò l’ordine dei carmelitani scalzi, e fu testimone e protagonista di singolari fenomeni mistici.
In quest’opera senza tempo, il Bernini immortala una Santa Teresa fluttuante su una nuvola, totalmente rapita, con gli occhi socchiusi, la bocca semiaperta, e le braccia abbandonate, prive di forze. È colta nel culmine della morte per amore divino. Di fronte a lei, in piedi, un piccolo serafino dal sorriso enigmatico le solleva un lembo dell’ampia tunica per trafiggerla con una freccia dorata, metafora dell’amore divino.
La creatività e l’abilità dell’artista sono tali da far sembrare Santa Teresa ancora viva, mentre soffre e si contorce. E per via dell’espressione ambigua e conturbante del volto, la critica ha scelto l’espressione “erotismo sacro” per illustrare la scena.
Ad osservare e commentare l’episodio mistico ci sono poi alcuni personaggi, affacciati alle balaustre di due palchi posti ai lati della cappella: si tratta dei componenti della famiglia Cornaro, ritratti con alle spalle straordinarie architetture in prospettiva. Anch’essi, con le loro espressioni di stupore e meraviglia davanti alla scena, partecipano al “teatro sacro” del Bernini, esattamente come l’osservatore in carne ed ossa.
In qualità di fedele interprete dell’esperienza soprannaturale, raccontata nel memoriale della santa, il Bernini fu in grado di esprimere alla perfezione la linea sottile tra voluttà dei sensi ed estasi dell’anima, la quale riesce a superare la propria natura contemplativa, arrivando a travolgere i sensi e divenire così amore fisico per Dio.
Ogni dettaglio è studiato allo scopo di impressionare e coinvolgere lo spettatore: il modo in cui cadono le pieghe delle vesti riesce quasi a proiettare esternamente il turbinio dell’anima estasiata della santa.
Da una piccola finestra nascosta dal timpano in alto, poi, una luce naturalmente dorata si posa sul gruppo scultoreo. Rendendo lucidissimo il marmo, la luce valorizza la qualità del materiale. Rifrangendosi sui raggi di bronzo, crea invece un effetto suggestivo e quasi mistico: è come se i raggi che investono la donna si siano solidificati, rendendo divina la propria natura.
Ed è anche grazie a questo spettacolare espediente artistico, la cosiddetta “luce alla bernina”, se l’architetto-scultore riesce a colpire nel segno, incantando l’occhio di chi osserva. E arrivando forse a convincere che fenomeni di questo tipo non sono sempre e solo frutto di invenzione letteraria.
Grazie ai notevoli lavori di ripulitura e consolidamento della Cappella, tornano alla luce anche i quattro riquadri in stucco dorato con i momenti topici della vita della santa, e l’affresco con la riproduzione dell’Empireo che l’aspetta, liberato da una patina di nerofumo che ne velava i colori dal 1833, anno in cui un incendio minò la stabilità della Chiesa.
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Come raggiungere la Chiesa di Santa Maria Della Vittoria a Roma
Arrivare in Via Venti Settembre a Roma è facilissimo: segui le nostre indicazioni!
La Chiesa di Santa Maria della Vittoria dista 3 minuti a piedi da TriviHo – Luxury Hotel Rome.
Il percorso a piedi dall’albergo è il seguente: da via Barberini, 50 si procede in direzione est, fino a Largo di Santa Susanna; da qui si svolta a sinistra per raggiungere l’ingresso della Chiesa, in via Venti Settembre, 17.
Con i mezzi pubblici, invece, da Stazione Termini è possibile scegliere tra:
• Metropolitana
Metro A – Direzione Battistini, fermata Repubblica, poi a piedi per circa 4 minuti (300m).
• Autobus
910 – Direzione Mancini, e 170 – Direzione Agricoltura, fermata Repubblica, poi a piedi per circa 5 minuti (400m).